lunedì 30 aprile 2007

Lefkada

Lefkada è un'isola che non è proprio un'isola, nel senso che geograficamente non è propriamente separata dalla terra, ma non è nemmeno unita ad essa da un istmo, ma solo da un traghetto, solo che questo non è un'imbarcazione che va avanti e dietro, ma un vecchio traghetto messo di traverso e spianato dei castelli di coperta e trasformato in un ponte, raggiungibile dopo aver attraversato un tunnel sottomarino. Il ponte taglia due gigantesche baie che sembrano laghi svizzeri e porta alla città capoluogo di Leucade che si trova fra la grande laguna e lo stretto. La cittadina è attraversata da una lunga strada ricca di negozi, chioschi, gelaterie e farmacie ( se ne contano 35 in un centro di soli 7000 abitanti! : ad Anzio ve ne è una sola! ). Da un punto di vista artistico la città non offre molto, ma è bella la chiesa ortodossa settecentesca di Agios Minàs con soffitti in legno dipinto e dorato e affreschi della scuola ionica; eccellente è la chiesa di Agios Dimìtrios del quartiere dei pescatori con iconostasi dorata e riccamente scolpita. Deludente il museo archeologico in Odòs Faneromeni. Di interesse etnografico sono il museo folkloristico e il museo fonografico. La Fortezza veneziana di S. Maura del 1700 è una costruzione militare di difesa realizzata su una precedente fortezza del 1300. Si trova sul cordone litoraneo dove un tempo era collocato l'antico capoluogo. Ad un 1Km dalla fortezza si trova il Forte Tekia costruito dai Turchi nel XVII secolo : entrambi non hanno gran valore storico-artistico ma lo hanno per lo studio delle tecniche di fortificazione e comunque presentano scorsi paesaggistici molto suggestivi. Più importante è invece il monastero di Faneroménis che è lontano circa 4 Km da Leucade. Molto frequentato dagli isolani che vi portano oggetti di devozione come tavolette, gioielli e lampade. Bella l'iconostasi intagliata e suggestivi i cori durante la messa cantata del 15 agosto della Dormizione della Vergine. Molto fotografata è l'icona della facciata cui si attribuisce potere taumaturgico. Dal monastero, attraverso i sentieri che passano per i giganteschi ulivi si può giungere alla spiaggia di Frini e, più oltre, alla grande spiaggia di S. Giovanni, meta obbligata per i surfisti grazie ai venti favorevoli e tesi di agosto. Fra gli alberghi consiglio il S. Maura, che 19 camere, pulito ed è ben arredato ( doppia 50 E. ) in Odòs Sp. Vlanti, 2.
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Itaca

Affermare che ad Itaca si vada solo per seguire l'epos omerico e non per fare il bagno o per veleggiare è certamente o una bestemmia o una menzogna : basta vedere lo stupendo mare che la circonda e chiedere a chi vi è andato se pensava solo all'epos omerico. Quanto al divino poeta ( ma oggi siamo abbastanza sicuri che Omero non era il nome di un solo cantore o aedo ma di un una serie di aedi che avevano raccolto vario materiale epico e andavano di villaggio in villaggio a cantare le gesta di Odisseo ) che indica Itaca come patria di Odisseo o Ulisse, bisogna dire che l'enigma ancora è rimasto tale : insomma non è mai stata trovata l'antica Itaca come è invece stata trovata l'antica Troia. Alcuni archeologi sono convinti che il porto di Forcide citato da Omero possa essere l'odierno e bellissimo porto di Bathy e che l'antica sia rinvenibile negli scavi (pochi e mal fatti in verità ) della zona di Stavros. Naturalmente il turista non si lasci invece abbagliare dalle varie località omeriche idenficate ad uso e consumo degli ingenui viaggiatori. Schiliemann ( lo scopritore di Troia ) nel 1866 cercò invano ad Itaca il palazzo di Ulisse e pensò, ma senza trovare nessuna traccia, che Itaca potesse trovarsi a Stavros. E' anche possibile che Odisseo o Ulisse non sia mai esistito e rappresenti soltanto un personaggio mitologico al pario, ad esempio di Filottete arciere infallibile e protagonista tragico della stupeda opera di Sofocle.
In ogni caso ad Itaca si viene per riposare ( non è molto turistica ). Il capoluogo è Vathyche si trova all'interno di un'insenatura chiusa nel gomito di una gola verde ( sembra un fiordo scandinavo ); al centro dell'insenatura è l'isoletta del Lazzaretto, dove nell'800 si trovava un piccolo lazzaretto per marinai in quarantena allestito dagli inglesi, usato come prigione nel 1912 e distrutto dal terremoto nel 1953. Era meta obbligata delle nuotate mattutine di lord Byron. Il capoluogo venne ricostruito dopo il disastroso terremoto del 1953 che coinvolse anche Leucade, Zante e Corfù. Stupeda è la cattedrale che all'interno conserva una ricca iconostasi incisa. Il Museo Archeologico conserva invece resti votivi del santuario di Apollo risalenti al 1400 a.C, ma in genere è deludente. Le spiagge più belle ( di ghiaia ) sono a nord e si possono raggiungere in barca ( noleggio economico ) dal porto di Vathy. Economica ( doppia 40 Euro c.) è la pensione Odysseus ( si trova all'interno della baia ), ma è piccola e richiede una prenotazione immediata.
Più grande e turistica è l'albergo Mendor ( in agosto la suite costa 118E, la doppia 74c. ). Da viositare è la baia di Sarakinikon ( a circa 2Km e mezzo da Vatky ), utopiostico luogo di romantici tedeschi che pensavano di crearsi un Eden lontano dal logoria della vita moderna, ampiamente fallito perché nato, appunto, solo come idea romantica. Il luogo è tuttavia incontaminato e bellissimo e si raggiunge in barca. Da visitare è anche il villaggio di Perachòri all'interno a circa 3 Km dal capoluogo. La stupenda strada panoramica, che sembra attraversare una parte di fiordo norvegese, giunge al villaggio ove si trovano rovine medievali e tracce della presenza veneziana. Nella parte bassa del villaggio si può seguire un sentiero, con ulivi terrazzati sui lati, che dopo 15 minuti di cammino porta alla chiesa di S. Giovanni Evangelista ( è indicata da un cartello stradale in greco e inglese ) . All'interno possiamo ammirare gli affreschi del tramezzo in legno dipinto e dorato con il Santo e la Madonna con Bambino, Cristo pantocrator, Giovanni Battista e i 12 apostoli. Nell'abside l'affresco con Maria e il Corpus Christi simbolico ( pane e calice ). Prosguendo, dopo 4 Km si arriva al monastero seicentesco di Taxiarchon situato su un altipiano a 500m di altezza ed isolato dal circondario. Il monastero venne distrutto dal terremoto del'53 ed oggi è in rovina, ma ancora molto suggestivo per le stupende vedute sulla campagna e sino al mare che è in grado di offrire. Da vedere è la turistica grotta delle Ninfe ( tornando al capoluogo a sinistra seguendo le indicazioni ). Si vuole che sia la grotta in cui Ulisse nascose i suoi tesori ai Proci. Effetti speciali di suoni e luci sulle stalattiti e stalagmiti ( dalle 9 alle 22 in estate ) contribuiscono alla suggestione romantica omerica e lasciano immaginare delle suggestive metamorforsi della roccia della grotta in ninfe sedute mentre sono intente a tessere, come le canta Omero. Accanto alla grotta un sentiero che porta ad un misterioso sarcofago scolpito nella roccia e decorato da un bassorilievo che raffigura un leone. Un delizioso alloggio si può trovare in un vicino Agriturismo ( Sineterismòs a Perachòri, doppia sui 30 E. ).
Fine della Prima Parte.
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